Tablinum: Su Roma si è scritto di tutto. La città eterna sembra essere davvero la “tomba monumentale di una civiltà perduta, il cui sepolcro è ancora sotto terra”. Questo sepolcro, però, alle volte si rivela come un vaso di Pandora dal quale ancora saltano fuori tesori inaspettati, come gli auditoria adrianei, scoperti durante recenti scavi per la costruzione della metropolitana. Sembrerebbe una bella notizia: ecco però come la scoperta di un tesoro apre a dibattiti interminabili e non ancora risolti, che portano a uno scontro fra la necessità di conservazione di un passato glorioso che ha molto ancora da insegnare e quella dei trasporti contemporanei, di non minore considerazione. Questo episodio racchiude, in fondo, l’essenza di Roma, la sua grande bellezza e i suoi altrettanto grandi problemi di gestione. Che senso ha scrivere un libro su Roma, oggi? A mio parere, è necessario tanto per chi a Roma ci vive, quanto per chi la visita. Per un semplice motivo: conoscere è conservare. E la conoscenza deve essere quanto più possibile inclusiva, per questo utilizzare un linguaggio che non sia incomprensibile ai più è un dono, perché imparare divertendosi è davvero bellissimo. Ecco, Ilaria ha questo dono: le sue ‘guide’ su Roma sono itinerari puntuali dal punto di vista documentario e scientifico, senza però perdere la freschezza di un racconto, di un aneddoto, che accende la curiosità di un addetto ai lavori come quella di un ragazzo o di un anziano signore che può ancora meravigliarsi di sapere cose su una città così antica sulla quale pensava davvero di conoscere tutto. Le storie di Roma fluiscono in questo saggio attraverso luoghi particolari, come il Monte Testaccio, personaggi oscuri e sconosciuti della storia romana come Locusta dei Galli, sicario della corte imperiale, nuove panoramiche sull’arte contemporanea come la street art del Quadraro, e persino animali come Annone, l’elefante bianco regalato a papa Leone X dal re del Portogallo. Non c’è bisogno di leggere il saggio in ordine cronologico: la storia di Roma, in fondo, unisce passato e presente, come in una piccola sala dove non è difficile guardare il busto bronzeo del Bruto Capitolino e scoprire che quell’uomo venuto da lontano, simbolo degli antichi valori repubblicani, sta parlando a te ora, in questo momento, e i suoi valori di coraggio e saggezza sono validi anche per te che stai vivendo in un’epoca completamente diversa. Roma in fondo è eterna perché è sempre uguale a se stessa anche se in continuo mutamento; ciò può certamente essere visto come immobilismo, un valore negativo. Io preferisco parlare di eternità: quell’attimo in cui, seduto a osservare il paesaggio in un certo momento della giornata, con quella luce particolare dal tuo punto preferito di Roma, puoi sentirti un tutt’uno con Tarquinio Prisco, Gregorio Magno, Raffaello, Borromini, Anna Magnani e un moderno automobilista incastrato nel traffico della tangenziale alle otto di mattina. Anche questa è la Capitale.
Francesca Corsi
Pochi giorni dopo la presentazione romana organizzata da Tablinum ed Enoteca Letteraria del saggio di “Forse non tutti sanno che a Roma…” di Ilaria Beltramme, ci ha fatto molto piacere leggere la segnalazione del libro sullo “Scaffale romano” de La Repubblica. Un ottimo inizio per Tablinum a Roma!