Cinquant’anni vissuti da artista per Pierre Kuentz che a soli 18 anni è entrato a far parte delle collezioni d’arte di facoltosi amatori francesi.
Dopo lo studio approfondito della storia dell’arte Kuentz lascia che siano i suoi viaggi e le suggestioni veicolate da essi ad ispirarlo.
Dal suo periodo africano, trascorso nel Gabon e nella Costa d’Avorio, ricava una tavolozza in cui predominano colori primari, ombre e riflessi caldi, quasi terrosi.
Nel corso della sua carriera partecipa a numerosi eventi artistici, frequenta musei e gallerie internazionali dove ha modo di approfondire la conoscenza del mondo artistico contemporaneo ad altissimi livelli.
Sviluppa una sua personalissima tecnica pittorica basata sull’avvicendarsi sulla tela di pigmenti di colore e sabbia. Lavoro a fianco del Maestro Gustave Tiffoche Breton, pittore e ceramista di fama internazionale entrando nelle collezioni di importanti acquirenti europei ed americani.
Nelle creazioni degli ultimi anni dai paesaggi terrestri è passato a quelli astronomici in cui fonde un’ accurata precisione scientifica al suo inimitabile stile pittorico e a una delicata sensibilità per l’enigma che il cosmo rappresenta per l’uomo.
Le sue opere, per decenni visionabili solo da parte di importanti collezionisti, sono ora fruibili anche al grande pubblico grazie alla sua partecipazione alle rassegne internazionali del Carousel du Louvre e del Grand Palais e di mostre divulgative come Ad Infinitum realizzata in collaborazione con Tablinum Cultural Management.
Nel corso della lunga carriera artistica di Pierre Kuentz, i suoi dipinti si sono sempre distinti non solo per l’evidente eccellenza tecnica ma soprattutto per la straordinaria sensibilità di quest’artista al colore e alle emozioni che esso veicola nell’animo umano.
La sua è una tecnica che ha avuto i suoi esordi sotto l’influenza dei grandi maestri delle avanguardie del XX secolo a cui deve la non comune sensibilità per il colorismo: non possiamo non intuire il fascino del maturo Cezanne dalle forme preludenti il cubismo braquiano e picassiano, i contrasti cromatici alla Matisse e non mancano gli omaggi al genio tutto italiano, ma parigino d’adozione di Modigliani.
I paesaggi marini dorati dal sole delle coste meridionali del suo Paese ne hanno, fin dagli esordi, dominato la tavolozza.
L’incontro con i colori e la matericità dei paesaggi aficani non potevano che donare quel tocco inimitabile fatto di colori ed inserti materici, per lo più sabbie del deserto, alle sue opere che catturano lo spettatore in un vortice di colori caldi e terrosi che ci parlano con meraviglia di tramonti zenitali e deserti inframezzati a savane riarse.
E infine ecco che l’occhio emozionale dell’artista passa dalla terra al cielo ed inizia ad indagare le meraviglie del cosmo: i colori che Hubble ci restituisce da galassie lontane milioni di anni luce, possiedono un fascino per lui irresistibile: impossibile non convogliarlo in ispirazione artistica.
Forte è la carica emozionale che investe lo spettatore con le sue sfumature di colore e con l’energia che ci viene trasmessa dai rossi intensi e dagli squarci di luce di Trou Noir en espansion in cui la profondità del buco nero è illuminata improvvisamente da un lampo di energia che si sprigiona dal suo interno mentre attorno l’Universo risplende della luce rossa propria delle stelle più antiche
In Galassia m106, possiamo ammirare il vorticare di sfumature tipico di questa galassia a spirale impreziosito dall’originale tecnica materica dell’artista che inserisce nella pigmentazione degli evidenti granelli di sabbia. Il fulcro visivo della composizione, rappresentato dal buco nero in espansione che sta per inghiottire l’intera galassia, risucchia anche l’occhio dell’osservatore verso il suo fulcro.
Opere come Montagne Mistiche, pur mantenendo la scientifica riproduzione delle foto scattate da Hubble, ci trasmettono attraverso le sfumatura di colore, tutta l’emozione dell’artista posto di fronte alla meraviglia e ai grandi interrogativi che l’osservazione del cosmo risveglia in lui.
Altre opere lasciano sbalorditi per il perfetto connubio fra dimensione emozionale e scientifica: è questo il caso delle sfumature iridescenti di opere come Nebulosa Planetaria o Nebulosa del Cuore e dell’Anima, arricchite dalla tecnica sincretica che unisce la colorazione acrilica alla sabbia.
L’invito che Pierre Kuentz vuole porre attraverso la sua arte è quello di liberarci dalla nostra quotidianità per lasciarci stregare dalla meraviglia dell’Universo fino a lasciare emergere in noi l’emozione di fare parte del suo meraviglioso meccanismo.
Emozioni dall’Universo che si traducono nelle vibranti sfumature delle tele di Kuentz in cui scienza e arte si fanno emozione pura. Un autentico viaggio fra le stelle, i colori dell’Universo.