Tablinum: scolpire la pietra è un lavoro difficoltoso, estremamente fisico, che costringe lo scultore a porre in gioco se stesso in un duro confronto con la materia, sino a domarla, facendo in modo che essa assecondi ls propria volontà poietica di artista.
Opale bianco e serpentino verde dallo Zimbawe sono le pietre che Brigitte Cabell ha scelto per la realizzazione delle sue sculture. Si tratta di pietre dure, non malleabili, dalla storia millenaria.
Brigitte Cabell si pone, scegliendo tali materie prime, nel solco di una tradizione scultorea che ha solcato secoli e secoli: il serpentino, che prende il suo nome dall’aspetto “a pelle di un serpente”, dovuta alle inclusioni e variazioni di colore, è una pietra antichissima già utilizzata in ambito scultoreo dagli antichi sumeri, 4.000 anni fa, che la chiamavano za-tu-mush-gir.
È con questa pietra, ritenuta magica, che è stato realizzato il trentesimo capitolo del ibro dei morti egiziano, sono state scolpite le maschere rituali precolombiane, cesellate le preziose stautine Yu cinesi e altro ancora.
Il serpentino verde è pietra dal valore di talismano e connettore dell forze vitali; il suo impiego come materia prima va ad assumere un significato essenziale in un’opera come Encounter.
Il dialogo – incontro fra le forme e la linea è, come lascia intuire il titolo, voluto dalla scultrice, un continuo convergere e ricovergere di forme che si fondono, l’una nell’altra.
La sepentina, volutamente grezza, delle parti più esterne viene finemente lavorata e lucidata in corrispodenza del focus di questa scultura dove questo incontro atavico lascia intravedere il suo lato più prezioso proprio dove l’incontro si fa fusione ed energia pura a cui attingere in questo vortice di forme.
Lavorare una pietra come Encounter significa investire un notevole sforzo fisico ed emotivo: le venature della pietra dialogano, accompagnando lo scalpello della scultrice, nella definizione di forme mentre l’urgenza creativa si scontra con la durezza e la fatica del lavoro scultoreo che, grazie allo sforzo interiore ed esteriore dell’artista riesce a liberare la bellezza intrinseca della pietra lasciando che essa si riveli allo sguardo.
Altra pietra di millenaria genesi geologica, è l’opale, scelto per la seconda scultura di Brigitte Cabell: Moon Adoring. Essa nasce dal silicio che si deposita geologicamente per millenni. L’opale, secondo la tradizione, racchiude in sè il potere di tutti gli elementi e le loro rispettive caratteristiche: l’energia e la forza del Fuoco; la prosperità, la pace e il benessere della Terra; l’intuizione, le emozioni e la sensibilità dell’Acqua; la comunicazione e la creatività dell’Aria.
Dall’iridescenza di una pietra tanto preziosa non puo’ che apparire lei, pallida e trasognata: l’Adoratrice della luna.
Moon Adoring, white opal from Zimbabwe, height 26 length 33 cm, 2016
Adoratrice di millenarie lune già trascorse e di altre non ancora scritte nel nostro futuro, questa scultura incanta con la sua eterea delicatezza.
Lavorando a questa pietra Brigitte Cabell si lascia guidare, assecondandone venature e dimensioni: è così che puo’ emergere un volto di donna che si abbandona al fascio di luna abbacinante e bianca.
La pietra, grezza nello sbozzare i lunghi e fluenti capelli dell’adoratrice, rapidamente fluisce in un movimento scultoreo in cui le linee si fanno più curve e le superfici assumono una rilevanza essenziale sino a tratteggiare un delicato volto di donna, adorante i pallidi raggi dell’astro lunare.
Le opere di Brigitte Cabell, Moon Adoring e Panter, saranno presentate in esclusiva presso lo stand E7 di Tablinum Cultural Management in collaborazione con Artistes Indépendants dal 14 al 19 Febbraio 2017 presso il Grand Palais di Parigi.
BRIGITTE CABELL
Brigitte Cabell, artista tedesca nata in Germania, a Berlino, ha lo studio nella Reismühle – Monaco di Baviera. E’ vissuta per molto tempo in Italia, a Firenze.
Ha studiato medicina in Germania e ha lavorato come cardiologa fino sei anni fa in clinica, parallelamente alla clinica gli ultimi 14 anni ha frequentato diverse accademie in Germania, Austria, Italia, concentrandosi sullo studio di pittura e scultura; quest’ultima si è rivelata più affine al suo animo.
Ha esposto a Monaco, Berlino, Venezia, alla Triennale delle arti visive di Roma, nonché a Como presso l’officinacento5, in collaborazione con Tablinum Cultural Management.