Tablinum: A tutti gli appasionati d’arte contemporanea, alla ricerca di talenti emergenti, consigliamo vivamente di tenere d’occhio Patricia Miani. Le sue installazioni d’arte già godono un interessante successo di critica internazionale e le sue presenze al di fuori della natia argentina si moltiplicano e, con esse, i premi e le collaborazioni illustri come quella con julio Le Parc, padre dell’Op Art, con il quale ha realizzato la serie Variatons.
A questo promettente esordio nel mondo dell’art system internazionale si aggiunge una visione innovativa del concetto di opera d’arte e della sua interazione con il mondo che la circonda e con noi, spettatori.
Ve la vogliamo presentare in occasione della sua mostra a Villa Carlotta, dove la sua ultima creazione Stellaria, dialogherà dal 14 al 29 luglio 2018, con la magnificenza artistica e naturalistica di questa Villa – museo e con i suoi fruitori che, come da tradizione, nel pieno della stagione estiva, proverranno dalle piu’ svariate parti del mondo, ampflificandone il messaggio. Le abbiamo fatto per voi qualche domanda:
TCM: Per iniziare a conoscerti meglio qualche domanda a partire dalla tua formazione accademica: nono solo la laure in belle arti ma anche una interessante specializzazione in media e tecnologie per la produzione pittorica. Quali sono le innovazioni e i ritrovati tecnici che oggi giorno vanno in ausilio dell’arte contemporanea? Quanto di essi troviamo nelle tue opere?
PM: Le tecniche tradizionali di pittura saranno sempre il punto di partenza e fonte di motivazione nel mio lavoro. Scelgo la pittura per la sua storia, nobiltà e purezza intrinseche che permangono in questa antica disciplina. Stabilendo collegamenti con la sua tradizione e le sue innumerevoli condizioni plastiche, la pittura richiede tempo di riflessione, spazio e pensiero molto diverso dal dalla possibilità di cogliere l’attimo che si sta vivendo. Per questo motivo, utilizzo le tradizionali tecniche pittoriche combinandole con la possibilità di dialogare con altri media, al di là del loro medium e formato convenzionale. Rimuovendo le barriere spaziali l’opera ha la possibilità di andare oltre il confine della cornice. In questo modo si ripensano i valori tradizionali, pur preservando il riferimento al colore, alla forma e alla composizione l’opera conosce una continua evoluzione.
TCM: Possiamo dire che le tue opere vanno a superare il concetto tradizionale di bidimensionalità del quadro ma anche quello di tridimensionalità scultorea, che sono tradizionalmente associati all’arte. L’installazione artistica aiuta ad esplorare una dimensionalità finalmente piu’ libera?
PM: La piattezza dell’immagine stessa e il soggetto rappresentato vengono estesi ed espansi nello spazio e, in alcuni casi, si avvicinano alle tre dimensioni. Attraverso vari processi e lasciando aperta una libera interpretazione, il mio lavoro sottolinea la natura manuale dell’esecuzione, estendendo il significato della pittura stessa. Il mio di essere fedele ai miei criteri e fornire un’alternativa pratica alla pittura tradizionale, riflette ed esprime i miei interessi e le mie preoccupazioni artistiche. Ogni fase rappresenta una nuova riflessione sulla pittura e approfondisce il suo processo di esplorazione e conoscenza.
La vernice non è confinata sulla tela, ma si estende incoraggiando la sua condizione positiva che porta a una nuova dinamica e ne fissa uno sguardo incompleto
TCM: Proprio in merito al superamento del concetto bidimensionale nell’opera d’arte, hai pubblicato recentemente un libro-catalogo ispirato al tuo lavoro di artista. Vuoi parlarcene?
PM: Entrambi le miei tesi di ricerca erano già erano state pubblicate e dichiarate di interesse culturale da parte del Ministero della Cultura di Buenos Aires in Argentina. L’ultima mia pubblicazione è il risultato della mia tesi post-laurea ed è stato pubblicato in spagnolo e francese grazie alla sponsorizzazione di Danone Argentina e Danone France.
Il libro é stato presentato ufficialmente all’ambasciata argentina a Parigi insieme ad una mostra personale in cui erano presenti le mie ultime opere.
“Au delà de la bidimension picturale”, propone una riflessione sulla dinamica che esiste tra l’arte e il suo destino, trasportata da luoghi abitualmente deputati all’arte a nuovi spazi e dimensioni, permettendo allo spettatore di conoscere e entrare in contatto diretto con le opere d’arte, costruendo nuovi luoghi artistici e modi di pensare.
Che si tratti di natura, paesaggio o architettura, questo progetto di ricerca propone un viaggio attraverso alcune creazioni, in cui l’interesse artistico per la posizione e il contesto ha trasformato uno spazio anonimo in uno significativo.
Esplorando nuovi metodi di esposizione e allargando l’orizzonte di chi lo apprezza, gli spazi naturali non solo completano il lavoro, ma esaltano e fanno appello al suo significato, modificando il proprio carattere.
Realizzando idee che modificano enormemente il paesaggio in cui viviamo e ffanno si che l’artista possa esaltare il potenziale dei luoghi in cui quotidianamente viviamo trasformandoli in luoghi di Creazione artistica.
TCM: Quali sono le tue maggiori fonti d’ispirazioni ? Dal mondo dell’arte e della cultura o magari anche dal quotidiano che ti circonda?
PM: Come risposta all’ambiente che mi circonda e al modo in cui voglio vivere, osservare e godere della natura è una festa per l’anima. La bellezza che la natura ci offre è un’ispirazione costante per il mio lavoro. Godersi i suoi colori vibranti, osservare le diverse trame, trovare le sue varie forme, osservare il suo delicato movimento …Credo che la natura racchiuda tutto in un modo immensamente soddisfacente.
La creatività, a mio parere, assomiglia alla ricerca di un’esistenza più profonda, unita a un enorme desiderio di vivere in modo più stimolante, generoso e pieno di vitalità.
Come artisti ispiratori posso citare i miei mentori: Pablo Siquier e Carlos Bissolino, Julio Le Parc, Lucio Fontana, Antoni Gaudí, Jorge de la Vega, Gerhard Richter e Claude Monet.
TCM: Villa Carlotta è un museo e giardino botanico molto conosciuto in Italia e apprezzato per la sua capacità di coniugare felicemente i tesori dell’arte con quelli del mondo naturale. Un’artista come te qui trova sicuramente un ambiente molto affine…
PM: L’arte deve rendere la natura eterna nella nostra immaginazione e penso che Villa Carlotta, una delle istituzioni culturali più prestigiose in Europa dove arte e natura convivono in perfetta armonia, riflette questo concetto. Mi sento onorata di essere invitata a esporre il mio lavoro in questo contesto e scenario eccezionale. Portare avanti la mia carriera e la possibilità di mostrare il mio lavoro in risposta a un contesto così interessante e stimolante sicuramente arricchirà e creerà una nuova esperienza culturale. Attendo con entusiasmo di essere coinvolta in questo ambiente unico e riflettere sulle nuove scoperte che farò.
TCM: Stellaria è la tua ultima creazione, premiata alla Florence Biennale 2018 dove la giuria internazioanle di ha conferito il premio Lorenzo il Magnifico per “Stellaria”, installazione presentata all’interno della XI Edizione della Biennale a Firenze e presto in mostra a Villa Carlotta dal 14 al 29 luglio 2018. Come nasce questa installazione?
PM: Ho partecipato alla scorsa edizione della Biennale di Firenze in Italia, dove il tema era “eARTh – Creatività e sostenibilità”. Il mio lavoro ha un importante legame con lo sviluppo sostenibile dovuto all’uso di materiali riciclabili. Faccio tutti i tipi di procedure che vanno dal riciclo delle bottiglie di plastica in combinazione con la pittura acrilica, per creare centinaia di piccoli pezzi che sono l’unità del mio lavoro artistico. “Stellaria” è nata come la maggior parte delle volte, con un sogno. In questo caso l’idea della pioggia e dei petali sospesi in volo si presenta sotto forma di questa installazione aerea in cui l’inesistenza della tela pittorica, crea composizioni che si basano su eventi spaziali indipendenti, in cui i colori agiscono insieme e sospesi nello spazio.
TCM: Come dovrebbe accostarsi il visitatore ideale alla tua installazione? Qualche suggerimento ai numerosi visitatori che arriveranno a Villa Carlotta per vederla?
PM: Credo che la cosa più seducente dell’arte sia la personalità dell’artista. Penso che il punto di vista del visitatore sia sempre libero. Un’opera d’arte è contemplata e interpretata in modo molto personale e unico. È vero che nell’arte contemporanea molte opere sono dirette o destinate a provocare un particolare effetto o risultato nello spettatore, ma in ogni caso l’esperienza verso un’opera d’arte è sempre soggettiva e si riflette su ogni opera d’arte.
TCM: Quali sono i tuoi progetti futuri, dove potremo ammirare le tue opere dopo Villa Carlotta?
PM:Dopo la mostra di Villa Carlotta tornerò a Buenos Aires dove mi piacerebbe mostrare le opere che ho realizzato in collaborazione con Julio Le Parc, considerato il padre dei movimenti cinetici e Op Art. Ho avuto il piacere di visitare il suo atelier a Parigi dopo uno spettacolo che abbiamo condiviso con altri artisti argentini che vivono in Francia alla Maison de l’Argentine a Parigi. Dopo uno confronto per me davvero stimolante nel suo atelier, ha preso uno dei miei pezzi e l’ha combinato con alcuni dei suoi materiali e tecniche, dando come risultato questa speciale collaborazione. Questo lavoro è stato all’origine della realizzazione della serie “Variations” che è stata parte della mostra nella Galleria dell’Ambasciata Argentina a Parigi e sarà anche proiettata a Buenos Aires.